Anna Freddi

Anna Freddi racconta la sua esperienza

Un’esperienza presso la  Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Psicodrammatica di Brescia.

Super User interviste 12 Giugno 2020  Visite: 545

Anna Freddi     e la sua esperienza presso la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Psicodrammatica di Brescia.

Anna Freddi ora frequenta la Scuola di Psicoterapia Psicodrammatica di Brescia

15 Aprile 2020, si conclude il mio tirocinio presso la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Psicodrammatica di Brescia.

Seduta davanti al pc, ho di fronte a me i volti delle persone che mi hanno accompagnata lungo questo percorso: le mie Tutor, gli allievi della Scuola, le mie compagne tirocinanti. Tutti sono li, on line, per salutarmi e per consegnarmi un dono simbolico capace di dare continuità alle nostre relazioni oltre la fine di quest’esperienza. Anche a distanza, questa separazione, questa fine è stata elaborata e curata.

Del resto, sebbene le misure restrittive per l’emergenza Covid-19 abbiano imposto la chiusura degli spazi fisici della Scuola fin dall’inizio di Marzo, la sua attività non si è mai interrotta.

Fedele alla vocazione originaria dello Psicodramma come terapia dell’emergenza, essa ha saputo reinventarsi sin dall’inizio, adattandosi alle nuove contingenze con grande creatività, rendendosi disponibile come luogo di cura anche a distanza e fornendo spazi virtuali di ascolto e riflessione sui vissuti emotivi delle prime settimane di lockdown.

La scuola ha in tal modo garantito anche la continuità della formazione di studenti e tirocinanti che, non solo non hanno visto interrotto il loro percorso, ma hanno altresì avuto l’opportunità di arricchirlo, sperimentando inedite modalità di lavoro che si sono rivelate particolarmente efficaci e interessanti, ampliando l’orizzonte delle possibilità offerte dallo Psicodramma.

Così, anche quest’ultimo mese ha contribuito a rendere il mio tirocinio un’esperienza unica, un’esperienza che ha segnato una tappa importante della mia formazione professionale, lasciando un segno indelebile anche nella mia crescita personale.

Durante questo anno, infatti non solo ho potuto conoscere lo Psicodramma come tecnica e come approccio psicoterapeutico ma, cosa più importante, ho avuto la possibilità di sperimentarlo personalmente, vivendone in prima persona le dinamiche che lo caratterizzano e toccandone con mano le grandi potenzialità.

Conoscere e apprezzare lo Psicodramma, del resto, passa necessariamente dal mettersi in gioco: come protagonista, come io ausiliario, come osservatore e questa è stata la prima grande opportunità che quest’esperienza mi ha offerto.

Nell’ambito della Scuola ho potuto infatti assistere, prendendovi parte, alle attività Psicodrammatiche guidate condotte dagli allievi, sperimentando anche i lavori di supervisione e di esplorazione emozionale diretti dalla dott.ssa Consolati. Mi è stato inoltre possibile partecipare ai numerosi laboratori organizzati per approcciare altre tecniche attive, come il focusing, l’arteterapia e la narrazione autobiografica. In particolare, queste ultime due tecniche sono state esplorate e approfondite anche attraverso la partecipazione osservativa a un ciclo di otto incontri di Psicodramma e arteterapia integrati e a un laboratorio di sei incontri di narrazione autobiografica. Ogni mese inoltre ho preso parte alle sessioni aperte di Psicodramma organizzate dalla dott.ssa Consolati a scopo divulgativo.

Particolarmente utile al fine di ampliare gli orizzonti di conoscenza dell’approccio Psicodrammatico è stata la partecipazione a due eventi di grande rilevanza: l’ “International Psychodrama Conference” e lo “Psicodramma a più voci”. Entrambe le manifestazioni si sono rivelate un’occasione feconda per sperimentare differenti tipi di conduzione e scoprire nuove tecniche attive da integrare con lo Psicodramma. Insomma un vero e proprio serbatoio di idee e creatività, oltre che una possibilità di conoscenza dei maggiori esperti, anche internazionali, in ambito Psicodrammatico.

A completare l’esperienza formativa ho partecipato come osservatore anche agli incontri settimanali, condotti dalla dott.ssa Consolati, con un gruppo di adolescenti ospitate presso una comunità di accoglienza per minori vittime di abuso. In questa occasione ho avuto modo di sperimentare la forza e l’impatto di un lavoro paziente e delicato, fatto di ascolto e attenzione per quei silenzi e quelle ostilità che nascondono dolore e rabbia, un lavoro volto a dar voce a questi vissuti emotivi, ad esplorarli ed esperirli, ricercando creativamente le risorse a cui attingere e su cui far leva per integrare le esperienze traumatiche vissute.

Sempre come osservatore, ho poi preso parte a un ciclo di incontri formativi organizzati dalla dott.ssa Consolati presso un istituto scolastico comprensivo. L’intervento era volto a dare sostegno alla comunità scolastica, in particolare agli insegnanti, con l’obiettivo di aiutarli a comprendere l’importanza della cura emozionale, quale elemento essenziale del loro compito educativo. Una cura preziosa e indispensabile, soprattutto per affrontare momenti di lutto e perdita. A scopo illustrativo gli incontri con gli insegnanti sono stati integrati con alcuni laboratori espressivi svolti in classe con gli alunni.

Sebbene l’aspetto pratico abbia occupato gran parte dell’esperienza di tirocinio, va detto che lo Psicodramma è sostenuto da una solida base teorica che vede le diverse tecniche Psicodrammatiche (il doppio, lo specchio, l’inversione di ruolo) impegnate nella riparazione e reintegrazione delle funzioni psicologiche che caratterizzano le diverse tappe evolutive dell’individuo e che, nel corso dello sviluppo personale, possono essere state sperimentate in modo inadeguato o insufficiente. Per questo, altrettanto importante è stata la partecipazione ad alcuni momenti di didattica frontale della Scuola, momenti che, unitamente alla compilazione di apposte schede di osservazione relative alle singole sessioni Psicodrammatiche, mi hanno permesso di organizzare, sistematizzare e consolidare le conoscenze apprese a livello pratico.

La Scuola di Specializzazione è inoltre attualmente impegnata sul fronte della ricerca, con l’obiettivo di dare una validazione scientifica allo Psicodramma come tecnica psicoterapeutica, una validazione che al momento è piuttosto scarna. L’esperienza di tirocinio mi ha quindi visto coinvolta in questa attività pionieristica e in particolare ha visto la mia partecipazione alla fase di raccolta e inserimento dati di un disegno di ricerca qualitativa, volto a misurare l’impatto delle tecniche Psicodrammatiche sul benessere emotivo dei partecipanti a gruppi terapeutici condotti con questa modalità.

Vorrei infine sottolineare come quest’esperienza mi abbia trasmesso le grandi potenzialità della dimensione gruppale, una dimensione sottovalutata nel mio percorso di studi, ma che in sede di tirocinio ho potuto apprezzare e rivalutare grazie alla cura e all’attenzione ad essa dedicata. Questa dimensione infatti, se adeguatamente valorizzata, rappresenta la matrice materna per eccellenza, il terreno ove ciascun partecipante può farsi vicendevolmente mezzo per il riconoscimento dell’altro, dove la scoperta di essere simili avvicina in un’appartenenza, dove il non giudizio e l’accettazione dell’altro nella sua diversità, favoriscono la spontaneità e la creatività.

Questa considerazione mi avvicina a un’ultimissima riflessione relativa al lato umano di quest’esperienza durante la quale ho avuto il piacere di conoscere, non solo medici e psicologi competenti ed esperti, ma anche e prima di tutto persone di grande umanità e ricchezza che mi hanno trasmesso fiducia, passione ed entusiasmo. In ogni incontro della Scuola docenti, studenti e tirocinanti hanno sempre saputo dar vita a un confronto fecondo e brulicante di idee, in un clima gioviale e accogliente che non dimenticherò facilmente.

Quando ho scelto questa Scuola di specializzazione come sede di tirocinio non avevo mai sperimentato lo Psicodramma e, come spesso accade per le esperienze più significative, la mia scelta non è stata l’esito di particolari ponderazioni, quanto piuttosto il frutto di quella innata curiosità che attrae verso ciò che è ancora sconosciuto.

Oggi che quest’anno di tirocinio è trascorso, posso dire di essere molto felice di aver assecondato questa curiosità che mi ha portato a scoprire una strada potente e affascinante che ho tutta l’intenzione di proseguire.

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